L’industria farmaceutica italiana: un motore strategico del made in Italy

25 marzo 2025

L’industria farmaceutica italiana continua a essere un pilastro del made in Italy, con le Fab13 – Alfasigma, Abiogen Pharma, Angelini Pharma, Chiesi Farmaceutici, Dompé Farmaceutici, I.B.N. Savio, Italfarmaco, Kedrion, Menarini, Molteni, Neopharmed Gentili, Recordati e Zambon – che si confermano protagoniste dell’innovazione, della ricerca e dello sviluppo economico del Paese. Lo evidenzia l’ultimo Rapporto di Fondazione Edison, presentato a Milano, dedicato alle storiche multinazionali italiane del settore farmaceutico.

Parte di Farmindustria, queste aziende hanno registrato un fatturato complessivo di 16,8 miliardi di euro, di cui ben 12,8 miliardi derivanti dal mercato estero. Le esportazioni rappresentano il 76% del fatturato totale e sono state il motore della crescita degli ultimi cinque anni. Complessivamente, le Fab13 contano 67 siti produttivi e 43 centri di ricerca e sviluppo a livello globale, mentre sul mercato interno italiano le vendite risultano stabili.

L'export traina la crescita del settore

“Queste 13 imprese – ha dichiarato Marco Fortis, vicepresidente e coordinatore di Fondazione Edison – hanno superato i 16 miliardi di fatturato, grazie soprattutto alle esportazioni, che nel 2023 hanno raggiunto i 6,2 miliardi. Il valore dell’export delle Fab13 supera l’export totale dell’Italia in India e si avvicina a quello in Giappone. Inoltre, l’incremento di un miliardo di euro nelle esportazioni delle Fab13 ha compensato oltre un terzo della contrazione dell’export italiano verso la Germania (-2,8 miliardi)”.

Investimenti in ricerca e sviluppo e nuove acquisizioni

Nel 2023, le Fab13 hanno investito 3,4 miliardi di euro, con oltre un miliardo destinato alla Ricerca & Sviluppo, segnando una crescita del 12% rispetto all’anno precedente. Un impegno significativo è stato rivolto anche alle acquisizioni internazionali, con 1,7 miliardi investiti per ampliare il portafoglio prodotti e consolidare la presenza nei mercati esteri.

L’occupazione nel settore ha raggiunto le 47.000 unità, di cui quasi 15.000 in Italia, rappresentando il 22% della forza lavoro dell’intera industria farmaceutica nazionale e registrando un incremento del 3% rispetto all’anno precedente.

Le richieste delle Fab13 alle istituzioni

“I dati del Rapporto confermano che le Fab13 sono un motore strategico dell’industria farmaceutica italiana – ha affermato Alberto Chiesi, presidente delle Fab13 –. È fondamentale rafforzare la nostra competitività globale e continuare a generare valore per il Paese. Per farlo, serve un supporto istituzionale che non si traduca in aiuti economici, ma in scelte normative che non penalizzino l’efficienza competitiva”.

Le aziende chiedono maggiore dialogo con i decisori politici, un quadro normativo stabile che favorisca gli investimenti e riduca la burocrazia, una più solida tutela brevettuale per proteggere l’innovazione e attrarre capitali in ricerca, oltre a una riduzione della pressione fiscale con incentivi che rendano l’Italia un hub di riferimento per il settore.

Tra le priorità emergono anche il sostegno alla ricerca sui farmaci orfani e sulle terapie innovative, il rafforzamento della collaborazione tra università e industria per formare e trattenere talenti e la semplificazione delle procedure di approvazione e accesso ai farmaci, con un focus sulla riduzione delle disomogeneità regionali.


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