Corporate Academy: un asset strategico per colmare il talent shortage nel settore lifescience

01 dicembre 2025

Nell'ultimo numero di  𝗠𝗮𝗻𝗮𝗴𝗲𝗺𝗲𝗻𝘁 𝗣𝗹@𝗻𝗲𝘁 - 𝗧𝗵𝗲 𝗛𝗲𝗮𝗹𝘁𝗵𝗰𝗮𝗿𝗲 𝗠𝗮𝗴𝗮𝘇𝗶𝗻𝗲 KeyPartners parla di come, nel comparto lifescience, caratterizzato da un’evoluzione tecnologica accelerata e da una crescente domanda di competenze specialistiche, le Corporate Academy stanno assumendo un ruolo sempre più centrale nelle strategie di sviluppo del capitale umano.

Pur non essendo un modello nuovo – le prime esperienze risalgono al settore automotive con General Motors e, in Italia, a ENI nel 2001 – le Academy rappresentano oggi una leva determinante per contrastare il talent shortage che interessa anche settori altamente innovativi come il biofarmaceutico.

L’introduzione di tecnologie biotech avanzate, l’automazione dei processi, la diffusione dello smart manufacturing e il continuo aggiornamento dei framework regolatori rendono necessario un investimento strutturato nelle competenze.
In questo contesto, le Corporate Academy si configurano come ambienti di apprendimento permanente, capaci di promuovere iniziative di re-skilling e digital upskilling supportate anche da strumenti di finanziamento pubblico, tra cui il Fondo Nuove Competenze.
Tali percorsi consentono alle aziende di rispondere alla crescente domanda di professionalità qualificate che il mercato del lavoro fatica a esprimere.

Un modello di Open Education a supporto dell’intero ecosistema

La trasformazione in atto riguarda anche il perimetro d’azione delle Academy, che da strutture interne evolvono verso modelli di Open Education aperti a stakeholder esterni quali partner, fornitori, clienti e, in alcuni casi, istituzioni del sistema sanitario.
Questa tendenza – già affermata nelle big tech – trova applicazione anche nell’healthcare. Un esempio consolidato è Angelini Academy, che promuove lo sviluppo di competenze tecniche, manageriali e di leadership in collaborazione con primarie business school internazionali.

La funzione Risorse Umane assume un ruolo determinante nella governance delle Academy, contribuendo a:

  • attrarre talenti attraverso percorsi formativi dedicati;

  • allineare le competenze ai fabbisogni aziendali;

  • ridurre il turnover e consolidare la retention;

  • supportare la costruzione di percorsi di carriera mirati.

In questo quadro, le performance delle Academy si configurano come KPI strategici utili per valutare la competitività e la capacità di innovazione dell’impresa.

Tra le iniziative più rilevanti vi è Campus Pharma Academy, realizzata con il sostegno di Farmindustria e di diverse aziende del settore e finanziata tramite risorse PNRR.
L’iniziativa affronta in modo diretto il mismatch tra domanda e offerta di profili tecnici attraverso un campus residenziale dotato di laboratori specializzati per:

  • produzione sterile,

  • controllo qualità,

  • biotecnologie,

  • tecnologie smart per l’Industria 5.0.

Il programma registra un dato di particolare rilievo: un tasso di placement del 100%. È inoltre in corso un confronto istituzionale sul possibile riconoscimento del percorso come forma di “laurea breve”.

In prospettiva, sarà necessario definire con maggiore chiarezza il rapporto tra le funzioni HR e le Corporate Academy, che potrebbero trasformarsi in unità autonome con responsabilità strategiche nella gestione delle competenze aziendali.
Parallelamente, emergerà l’esigenza di formare figure manageriali dedicate, dotate di competenze specifiche nei campi della progettazione formativa, dello sviluppo organizzativo e del people development.

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