07 agosto 2024
Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha approvato il disegno di legge per la riforma dei contratti della ricerca. Questa iniziativa mira ad ampliare gli strumenti a disposizione di università, enti pubblici di ricerca e istituzioni Afam per inquadrare professionalmente le diverse figure all'interno del sistema della ricerca, garantendo tutele crescenti.
Gli studenti durante il corso di laurea o di laurea magistrale potranno collaborare alle attività di ricerca per un massimo di 200 ore l'anno, con un compenso fino a 3.500 euro annui. Oltre a questa possibilità, vengono introdotte due nuove tipologie di borse di assistenza alla ricerca: una "junior", destinata ai laureati magistrali o a ciclo unico che iniziano percorsi di ricerca sotto la supervisione di un tutor, e una "senior" per i dottori di ricerca. Entrambe avranno una durata variabile da uno a tre anni, con trattamento economico definito da un decreto ministeriale.
Un'altra novità è il contratto postdoc, riservato ai dottori di ricerca, che potranno svolgere attività di ricerca, didattica e terza missione. L'importo minimo del compenso sarà stabilito con decreto ministeriale e sarà almeno pari al trattamento iniziale dei ricercatori a tempo determinato. Anche questi contratti dureranno da uno a tre anni.
I contratti di ricerca introdotti nel 2022 rimarranno in vigore, mentre sarà introdotta la figura del professore aggiunto (Adjunct professor), che potrà svolgere attività di didattica, ricerca e terza missione per un periodo compreso tra tre mesi e tre anni. Questo ruolo arricchirà il percorso formativo degli studenti con un approccio pratico e multidisciplinare.
"Questa riforma rappresenta una 'cassetta degli attrezzi' per università, enti di ricerca e istituzioni Afam, con strumenti diversificati e tutele crescenti per ogni livello di ricerca. Un intervento che mira a superare il precariato storico nel settore, attrarre e trattenere i migliori talenti e favorire l'innovazione scientifica", ha dichiarato il ministro Bernini.
"Abbiamo scelto la strada del disegno di legge per garantire il massimo confronto. Già nella stesura del testo abbiamo considerato molte osservazioni delle università e avviato un dialogo preliminare con i sindacati. Questo confronto proseguirà in Parlamento e con incontri al ministero, coinvolgendo stakeholder, sindacati e associazioni di categoria per una riforma innovativa e sostenibile", ha aggiunto.