Biotech: entro 10 anni +61% di domanda di lavoro per profili specializzati. Servono nuove competenze per affrontare la transizione tecnologica

14 aprile 2025

Nel prossimo decennio, il settore biotech italiano sarà protagonista di una forte crescita occupazionale, trainata dall’innovazione tecnologica e dalla crescente domanda di profili altamente specializzati. A dirlo è il nuovo studio predittivo condotto da EY in collaborazione con Assobiotec – l’associazione di Federchimica dedicata allo sviluppo delle biotecnologie – presentato a Napoli durante l’evento “Biotech Future: competenze e opportunità nel settore”, organizzato insieme all’Università Federico II, Edra e ITTBiomed.

Un settore in espansione, ma servono nuove competenze

Secondo l’analisi, basata su un avanzato modello predittivo supportato da intelligenza artificiale e sviluppato su un dataset specifico del comparto, nei prossimi dieci anni la domanda di lavoro nel biotech crescerà per oltre il 60% dei profili professionali. La richiesta sarà particolarmente forte per figure qualificate, come data analyst, ingegneri software ed esperti di cybersecurity. Parallelamente, si prevede una diminuzione delle professioni a bassa qualifica, per effetto dell’automazione di mansioni ripetitive.

Carlo Chiattelli, Partner e People Consulting Leader di EY Italia, sottolinea:

“Questa crescita offre grandi opportunità ai giovani provenienti da percorsi universitari e tecnici, ma per coglierle è necessario valorizzare il potenziale occupazionale del settore e rafforzarne l’attrattività, soprattutto verso i talenti ad alta qualificazione”.

Il ruolo cruciale dell’innovazione e l’urgenza del reskilling

L’innovazione è la principale forza trasformativa del settore. L’adozione di AI, automazione e nuove tecnologie cambierà il profilo delle competenze richieste: non solo digital skills, ma anche soft skill come pensiero critico, comunicazione e leadership. Cresce inoltre il valore delle competenze “green”, segno della crescente attenzione alla sostenibilità.

La rivoluzione tecnologica accelera anche l’obsolescenza delle competenze. Oggi, il 61% della forza lavoro è impegnato in professioni ad alta domanda ma con una carenza di candidati. All’opposto, il 12% lavora in ambiti con prospettive occupazionali in calo: per questi profili, il reskilling diventa fondamentale.

Mismatch formativo e sfida per il sistema educativo

Lo studio evidenzia un crescente disallineamento tra le competenze richieste dalle aziende biotech e quelle fornite dai percorsi formativi attuali. Entro il 2035, il mismatch tra offerta formativa e domanda di lavoro è destinato ad aumentare per tutti i livelli di istruzione, dai laureati ai diplomati ITS, fino ai dottorandi.

Federico Viganò, del Consiglio di Presidenza di Assobiotec, commenta:

“Per affrontare la trasformazione in atto è essenziale rafforzare la collaborazione tra imprese, università e ITS, per costruire percorsi formativi allineati alle reali esigenze del mercato”.

Conclusione: strategie per il futuro

Per far fronte alle sfide del futuro, le aziende biotech dovranno investire in politiche di talent acquisition, upskilling e reskilling, oltre a sviluppare solide partnership con il mondo dell’istruzione. Solo così sarà possibile colmare il gap tra domanda e offerta di lavoro e accompagnare la crescita di un settore sempre più strategico per il Paese.


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